A seguito di quanto disposto dall’articolo 18 del D.L. 36/2022, a partire dal 30 giugno 2022, e quindi in anticipo rispetto alla data prevista del 1 gennaio 2023, viene introdotto l’obbligo di accettare pagamenti in moneta elettronica.
Per la verità, tale obbligo è in vigore “sulla carta” già da anni, ma finora era privo di sanzioni, e di conseguenza spesso disatteso.
Ecco, dunque, il regime sanzionatorio (articolo 15, comma 4-bis, del D.L. 18/10/2021 n. 179) in vigore fra pochi giorni:
Commercianti, artigiani, prestatori di servizi di qualunque genere e professionisti dovranno pertanto dotarsi, dal prossimo 30 giugno, di quanto necessario per accettare pagamenti elettronici (carte di credito e strumenti simili).
Può sottrarsi all’obbligo soltanto l’azienda o il professionista che, per le modalità di esercizio della propria attività, ha la certezza che nessun cliente domanderà mai di pagare mediante carta di credito.
Si tratta di soggetti che effettuano l’attività di vendita di prodotti e di prestazioni di servizi, anche professionali. In estrema sintesi, tutti coloro che esercitano un’attività con partita IVA, sia in forma individuale che societaria. Pertanto commercianti, artigiani, prestatori di servizi di qualunque genere e professionisti, dal 30 giugno 2022, dovranno accettare obbligatoriamente pagamenti effettuati attraverso carte di pagamento, relativamente ad almeno una carta di credito e una carta di debito.
Non sono previste esclusioni di alcuna natura, neanche per i contribuenti forfetari. Pertanto, pur in presenza di volumi d’affari minimi, o di servizi per i quali di norma si ricorre ad altre modalità di pagamento, l’obbligo rimane.
Peraltro non sarà agevole procedere alle dovute verifiche, e provare in modo certo che l’esercente si sia rifiutato di accettare il pagamento.
Si consiglia di verificare con attenzione e preventivamente le spese per l’acquisto o il noleggio dei dispositivi, e le commissioni bancarie che andranno a gravare sui bilanci, anche per un eventuale adeguamento dei prezzi praticati alla clientela (che tenga conto delle commissioni bancarie e delle maggiori spese connesse all’uso del POS).
Di fatto, saranno veramente molto limitati i casi in cui si potrà fare a meno del POS.
Tra questi pensiamo a quelle aziende o a quei professionisti che lavorano all’interno di un circuito chiuso, tale da escludere a priori la richiesta di un pagamento mediante carta di credito. Immaginiamo un’azienda con un solo cliente (es. subfornitore), o un professionista con un numero limitato di clienti, per i quali è contrattualmente stabilito il pagamento mediante bonifico bancario.
La sanzione, per ogni pagamento con carta non accettato (di qualsiasi importo, fosse anche un solo euro), è data dalla somma di due componenti:
L’unica esimente è l’impossibilità tecnica, che però deve essere oggettivamente riscontrabile.
Ad oggi la normativa prevede un credito di imposta in scadenza il 30 giugno 2022, ed un credito di imposta in scadenza il 31 dicembre 2022.
Entrambi saranno utilizzabili soltanto in compensazione successivamente al sostenimento della spesa e dovranno essere indicati nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo di maturazione del credito e in quelle successive, sino ad utilizzo concluso.
Il credito di imposta è parametrato al costo di acquisto, di noleggio o di utilizzo, nonché alle spese di convenzionamento, ovvero alle spese sostenute per il (necessario) collegamento tecnico ai registratori telematici.
Il credito di imposta (acquisti dal 1° luglio 2021) spetta nel limite massimo di spesa di euro 160,00 per soggetto, nelle seguenti misure:
L’importo riconosciuto è pari al 30% delle commissioni addebitate per le transazioni effettuate mediante carte di debito, di credito o prepagate. Questa misura è destinata a proseguire, pertanto è possibile fruirne anche oltre il 30 giugno 2022.
La misura più elevata, ovvero il 100%, spetta soltanto per le commissioni maturate tra il 1° luglio 2021 e il 30 giugno 2022, se gli strumenti di pagamento elettronico, dotati di specifici requisiti di collegamento, sono connessi ai registratori telematici, ovvero posseggono le caratteristiche tecniche che li qualifichino come strumenti di pagamento evoluti.